Il raduno di inizio stagione decreta la fine del periodo di riposo per gli arbitri d’elite toscani, sempre se di vacanza si può parlare dato che, già dai primi giorni di luglio, nei vari poli sezionali, i direttori di gara hanno intrapreso il periodo di preparazione atletica per arrivare con i giusti mezzi fisici al giorno iniziale del raduno. Quest’anno è stata la meravigliosa location termale di Montecatini Terme ad ospitare gli arbitri appartenenti all’organico di Promozione ed Eccellenza, il ritrovo è stato fissato per le 14 presso lo stadio di Montecatini sul cui sussidiario in superficie sintetica si sono subito svolte le consuete prove fisiche composite dei 40 metri scatto e il canonico Yo-Yo Intermittent Recovery Test. Gli Organi Tecnici insieme ai loro ragazzi si sono poi trasferiti presso la sala riunioni dell’Hotel Belvedere per dare vita ad una prima parte di aula che ha avuto inizio con le parole del Presidente Vittorio Bini, il quale, nel dare il benvenuto ai propri ragazzi, ha subito svelato lo slogan di questo primo raduno per la stagione sportiva 2018/2019: “Non aspettare il momento giusto per fare le cose, il momento giusto è ora”. Proprio dopo cena infatti gli arbitri hanno trovato il momento perfetto per procedere con un lavoro accomunante e capace di stimolare lo spirito critico di ogni singolo direttore di gara, i ragazzi sono stati suddivisi in 10 gruppi di circa 7 unità ciascuno e con l’ausilio di un computer portatile hanno visionato 10 filmati riguardanti varie casistiche, dal fuorigioco al grave fallo di gioco, cercando poi di arrivare, all’interno di ogni singolo gruppo, ad una decisione condivisa e che rispecchiasse il più possibile quanto cita la “Bibbia” degli arbitri, ovvero il regolamento del gioco del calcio. La mattina del 7 settembre gli arbitri si sono recati di nuovo sul terreno di gioco e qui hanno ricevuto alcune delucidazioni e delle disposizioni sul campo impartite dai propri Organi Tecnici i quali hanno organizzato una piacevole lezione all’aria aperta di circa un’oretta volta ad eliminare qualsiasi tipo di dubbio riguardo ad aspetti come il posizionamento e lo spostamento, oppure la gestione dei calciatori e delle panchine sia dal punto di vista comportamentale che da quello disciplinare, questo perché un buon posizionamento aiuta a vedere meglio gli episodi che avvengono ed una buona prevenzione verbale condita da un adeguato linguaggio del corpo porta ad avere un controllo maggiore sui calciatori e soprattutto sulle loro eventuali proteste.
Dopo pranzo il primo a prendere parola in aula è stato un ospite molto gradito dai ragazzi toscani che sono stati per tutta la durata dell’intervento in un rispettoso silenzio, indicatore di una appassionata attenzione nei confronti delle parole del componente del Cominato Nazionale Giancarlo Perinello. Egli ha voluto lanciare un messaggio di assoluta giustizia, secondo Perinello il credere in un’Associazione meritocratica non è affatto utopico, ogni singolo arbitro facente parte anche del gruppo più coeso e saldo è pur sempre in una gara sportiva, contro, o per meglio dire insieme, al collega della sedia o della sezione accanto, essendo una gara il Comitato Nazionale si prefigge come obiettivo primo quello di fornire una pista pulita e uguale per tutti, i migliori strumenti antidoping e dei sistemi tecnologici avanzati per determinare il vincente, così facendo la gara la vincerà il più meritevole, il più forte. L’unico punto non oggettivabile è in fin dei conti il giudizio, poiché l’arbitraggio è uno sport così come i tuffi o la ginnastica, dove il vincitore è determinato dalla somma e dalla media di diversi punteggi che sono però attribuiti da dei giudici, arbitralmente parlando da degli osservatori, che emanano un giudizio che per quanto possa attenersi a dei parametri scritti neri su bianco rimane pur sempre soggettivo. Ogni singolo arbitro è un atleta partecipante ad una gara che esige il massimo rispetto, una gara pulita che però non perde il proprio spirito agonistico, per cui, nel concludere il proprio intervento, Perinello non poteva non esortare i direttori di gara presenti a fare la cosa più utile per vincere: correre. Il Presidente Bini ha poi preso parola, cominciando la lezione tecnica del pomeriggio con un regresso riguardante i test atletici, egli si è ritenuto piuttosto soddisfatto di una media generale che si aggira attorno al livello 17,8 dello Yo-Yo test, una buona media che però non deve portare gli arbitri ad accontentarsi, Bini ha esortato i propri ragazzi ad allenarsi ancora di più per migliorare i singoli risultati anche perché il miglioramento lo si ottiene solo dopo aver sofferto, dopo aver fatto sacrifici arrivando a metterci tutta la testa e il cuore possibili nel momento in cui le gambe per la stanchezza non ci sorreggono più. La preparazione a livello fisico-atletico è il primo tassello per poter arbitrare nel migliore dei modi avendo sempre la lucidità mentale giusta per decidere. La serata è continuata con la correzione del lavoro di gruppo completato il giorno precedente, e dai risultati ottenuti si è evinto che il metro di giudizio dei singoli gruppi e quindi dei singoli arbitri è comune e questo porta inevitabilmente ad elogiare il lavoro che viene fatto a monte dagli Organi Tecnici che con i loro consigli e le loro lezioni sono riusciti a trasmettere un pensiero comune ai propri ragazzi. Il lavoro sull’aspetto tecnico è proseguito con la visione e successiva analisi di alcuni episodi relativi alle partite arbitrate dagli arbitri presenti in sala, video ai quali si sono aggiunti quelli proposti dal Settore Tecnico e che hanno avuto come argomenti comuni quello del fuorigioco, della DOGSO e soprattutto della gestione generale della gara. In serata i ragazzi hanno ricevuto la visita dei 7 colleghi toscani promossi alla CAI la stagione precedente, i quali hanno prima animato la serata portando ad un momento di relax e svago tutti i presenti poi hanno raccontato la loro esperienza a livello nazionale e fuori dalle tanto amate mura amiche toscane al fine di invogliare i propri colleghi a sognare per la stagione successiva il raduno di Sportilia .La mattina dell’8 settembre il raduno si è trasferito nella splendida sala riunioni dei portoghesi all’interno del complesso termale di Montecatini Terme, aula nella quale si è svolta la spiegazione e delucidazione della nuova circolare n.° 1 interpretata in maniera coinvolgente e chiara dai 3 membri del Settore Tecnico presenti al raduno degli arbitri di punta toscani: Pozzuoli, Perdonò e Ruggiero. A seguito del chiarimento di qualsiasi dubbio sono stati svolti i quiz regolamentari sia dagli arbitri che dagli osservatori che nel frattempo avevano raggiunto i colleghi più giovani intraprendendo anche loro l’inizio del raduno che sarebbe poi continuato nel pomeriggio. E’ stata poi la volta dei saluti e dei discorsi presieduti dai vari ospiti, per primo il sindaco di Montecatini Giuseppe Bellandi che coadiuvato dal vicesindaco Rucco ha portato i saluti ai fischietti toscani ringraziandoli per aver scelto proprio Montecatini come location del proprio raduno. Poi è stato il turno di Cleto Zanetti, giudice sportivo territoriale, che ha rimarcato come arbitri e giudice sportivo svolgano un compito comune ovvero quello di garantire la regolarità dei campionati, chi su un terreno di gioco e chi dietro ad una scrivania. Anche il presidente del tribunale federale territoriale toscano Carmine Compagnini ha voluto augurare un campionato ricco di soddisfazioni e di successi, augurio ribadito poco dopo anche dal procuratore nazionale Carlo Cremonini. Infine a chiudere il cerchio degli ospiti è stato proprio il Presidente del Comitato Regionale Toscano della LND Paolo Mangini con un discorso volto a spiegare e giustificare le varie novità presenti in questa stagione sportiva, su tutte quella che consentirà alle società di avere una panchina allungata fino a 9 calciatori di riserva, lo stesso Mangini ha spronato gli arbitri presenti a dare sempre il meglio di loro al fine di garantire e salvaguardare la salute di ogni singola partita di calcio. Dopo una lunga mattinata di studio, di lavoro e di ascolto i 65 direttori di gara presenti sono stati salutati dalla commissione e dal presidente Bini che li ha esortati a non accontentarsi mai, a cercare di fare meglio senza strafare e rimanendo se stessi, Bini ha messo le cose in chiaro spiegando che egli non crede di avere a che fare con alcune cinquecento e altrettante ferrari, perché poco importa essere una di queste due macchine, quel che conta è avere sempre il serbatoio pieno, benzina, cuore, o testa che sia., per raggiungere un sogno.
Stefano Giordano