La campagna della UEFA 'No al Razzismo' è nuovamente pronta a sfidare le discriminazioni con l'aiuto delle sue stelle, dei top club e - per la prima volta in assoluto - della UEFA Women's Champions League. La campagna si svolge tradizionalmente durante le Football People action weeks organizzate dal partner UEFA sulla responsabilità sociale, ovvero la rete FARE. L'iniziativa si svolge dal 6 al 20 ottobre nel corso di 60 partite delle competizioni UEFA per i top club, e mira a contrastare la discriminazione e celebrare la diversità. "Razzismo, discriminazione e intolleranza non hanno spazio nel calcio", ha detto il Presidente UEFA, Aleksander Čeferin. "Credo fermamente che dobbiamo opporci al razzismo e a tutte le forme di discriminazione, e sono orgoglioso del lavoro fatto dalla UEFA e dai nostri partner nell'affrontare questi problemi".
L'impegno della UEFA e della rete FARE nella lotta al razzismo, all'intolleranza e alla xenofobia è stato sottolineato da tutte le attività a cui hanno assistito milioni di tifosi negli stadi e davanti le TV. Gli spot televisivi 'No al Razzismo', infatti, sono stati mostrati negli stadi alla fine dei primi tempi delle partite, insieme ad annunci e volantini in forma cartacea. Ogni squadra è accompagnata in campo da bambini che indossano la maglietta 'No al Razzismo', e ai capitani viene chiesto di indossare la fascia con la scritta 'No al Razzismo'.
Per la prima volta in assoluto, la UEFA Women's Champions League entra a far parte della campagna. Le competizioni UEFA per i top club porteranno tutte avanti lo stesso messaggio: Siamo tutti Gente di Calcio (Football People) a prescindere dalla provenienza o dallo status sociale, e tutti insieme diciamo NO a ogni forma di discriminazione. Le Football People weeks inoltre coinvolgono direttamente oltre 100.000 persone in attività che coprono 50 nazioni in tutta Europa. L'ambasciatore UEFA per la diversità e il cambiamento, Clarence Seedorf, ha condiviso il suo punto di vista sulla campagna e sulla necessità di coinvolgere i più giovani: "La diversità è un punto di forza, non una debolezza.
Dobbiamo educare i più giovani. Dobbiamo dargli la possibilità di capire che la diversità è positiva, e fare in modo che possano sentirlo e sperimentarlo in prima persona. Solo in questa maniera potranno unire le forze nella promozione di un mondo più vario". L'impegno della UEFA continua prima e dopo le Football People action weeks, attraverso la campagna 'No al Razzismo' e la messa in pratica delle normative anti-razzismo del Congresso UEFA dal maggio 2013 che impone sanzioni più severe nei confronti dei comportamenti razzisti per eliminare ogni forma di discriminazione dal calcio.
Tra le sanzioni, l'incoraggiamento agli arbitri di fermare, sospendere o anche abbandonare una partita in caso di incidenti di matrice razzista; l'imposizione di una squalifica di oltre dieci giornate a giocatori o membri a vario titolo dei club che hanno avuto comportamenti razzisti; e chiusure paziali o totali degli stadi nel caso di comportamenti razzisti da parte dei tifosi.