di Lorenzo Amaro (a nome del Gruppo Arbitri)
Emanuele Arzilli è stato arbitro della Sezione di Firenze negli anni ’90 e primi anni 2000, coprendo anche ruoli nel Consiglio Direttivo sezionale. Emanuele si è fatto valere sia dentro il terreno di gioco che fuori. Nel Calcio a 5 ha potuto vantarsi di far parte di quella, forse irripetibile, scuola arbitrale della Toscana d'oro di quegli anni. Oggi abbiamo la dimostrazione che le vittorie in campo sono conseguenza di ambizione, sacrifici, costanza ecc. ma anche di doti umane e spirito di squadra.
Dopo tanti anni, infatti, nonostante molti di essi non facciano più parte del mondo arbitrale, il “nocciolo duro” del quel fantastico Gruppo è rimasto immutato nello spirito e una buona parte di essi si sono impegnati in un patto che li terrà ancora uniti per almeno dieci anni. Poiché Emanuele non ci lascia un “vuoto” bensì un’”eredità” che sono delle splendide bambine, il Gruppo si è preso il solenne impegno di effettuare una raccolta di denaro, non per questo tragico evento bensì ogni anno, finché la bambina più piccola raggiungerà la maggiore età. Alla famiglia di Emanuele è stato trasmesso questo messaggio:
"Non faccio più l'Arbitro… Come non lo faceva più Emanuele. La maggior parte degli allora colleghi di fischietto di Emanuele non fa più l'Arbitro. Anzi a dire il vero, a quell'epoca, nessuno di noi "faceva l'Arbitro" bensì "eravamo Arbitri". E quando si è Arbitro lo si rimane anche fuori dal campo, anche quando si appende il fischietto al chiodo, anche a distanza di 20 e più anni... Emanuele era un Arbitro, Emanuele è e rimarrà per sempre un Arbitro, da lassù... Ma in quel campo sportivo che è la vita di ogni giorno per vincere si devono compiere azioni di gioco concrete, i buoni propositi non bastano: qualcuno deve rincorrere il pallone, marcare l'avversario, rialzarsi dopo uno scontro, il tutto con lo spirito di squadra L'uscita dal terreno di gioco di Emanuele che da adesso ci osserva dalla tribuna non ci può lasciare indifferenti o spettatori. Ci sentiamo di potere, e dovere, dare un piccolo ma concreto contributo. Non per la prossima difficile partita e basta. Ma per i prossimi dieci anni. A settembre di ogni anno fino alla maggiore età della bimba più piccola, provvederemo ad effettuare una raccolta che doneremo alla moglie Sara. Non cerchiamo di sostituire Emanuele. Quando un campione lascia il terreno di gioco non è possibile sostituirlo. Ma possiamo rinforzare la squadra che è rimasta... All'inizio è inutile farsi illusioni, si prospettano sonore sconfitte. Non per questo dobbiamo rinunciare, abbiamo tutti il dovere di dare il massimo, finché possiamo. Fintanto che il giorno in cui ciascuno di noi sarà a sua volta costretto a lasciare questo terreno di gioco, non necessariamente da campione o vincente ma consapevole di aver dato tutto, senza rimpianti."
Firmato un Arbitro