Il giorno 1° febbraio 2017 la Sezione AIA di Viareggio ha ricevuto la visita dei massimi organi del Comitato Regionale Arbitri (C.R.A.) Toscana nelle persone del Presidente Matteo Simone Trefoloni, del Vice Presidente Vittorio Bini e del responsabile degli Assistenti Giuseppe Lieti. L’incontro, alla presenza della sezione praticamente al completo, si è aperto con la presentazione degli ospiti da parte del Presidente Edoardo Brusco. La parola è stata data al responsabile del settore assistenti, Giuseppe Lieti, il quale, partendo da una frase del celeberrimo campione Mohamed Ali “I campioni non si fanno nelle palestre” ha ricordato ai ragazzi che quello che può fare la differenza nel mondo arbitrale sono la determinazione e la voglia di eccellere, oltre alla preparazione tecnica che viene acquisita sui campi e nelle palestre. L’intervento del vice CRA di Lucca Vittorio Bini ha portato l’attenzione dei ragazzi sulla necessità di “portare a casa la partita” indicando un insieme di comportamenti che ogni arbitro dovrebbe far propri per riuscire a svolgere il proprio compito nel modo migliore così da essere in grado di superare le difficoltà che la partita, di ogni categoria, può presentare.
Tra questi spiccano, nel “decalogo” mostrato, l’umiltà, l’autorevolezza che deve essere tenuta ben distinta dall’autorità, il rispetto, la conoscenza del regolamento e l’autocontrollo e la fiducia in sé stessi. Con tutte queste caratteristiche unite ad una preparazione tecnica costante l’arbitro sarà in grado di affrontare ogni partita con la massima lucidità e serenità. Il Presidente Trefoloni ha catturato l’attenzione di tutti i presenti con la sua grande capacità di infondere nei ragazzi fiducia e determinazione. Ha sottolineato quanti progressi siano stati fatti dai giovani arbitri toscani negli ultimi sei anni a livello di preparazione tecnica ma ha anche sottolineato che manca ancora molto per poter crescere davvero e arrivare ai massimi livelli. Per questo ha posto ai ragazzi questa domanda: “come può cambiare il destino di un arbitro?” Il destino di un arbitro può cambiare nel momento in cui egli è in grado di racchiudere tutte le caratteristiche fisiche e psicologiche che gli permetteranno di affrontare tutte le difficoltà della vita arbitrale. Il Presidente ha quindi posto l’attenzione su quali sono queste caratteristiche che possono fare la differenza per raggiungere i massimi livelli dell’arbitraggio. Si tratta di caratteristiche prima ancora psicologiche che fisiche in grado di sostenere l’arbitro anche in allenamenti e partite molto impegnativi: - la voglia di arrivare che, in campo, si concreta e si valuta con una capacità di spostamento e posizionamento rapido e veloce in modo da seguire sempre da vicino tutte le azioni, in particolare quelle più “pericolose”; - la forza e la presenza in campo che si concretano in un linguaggio del corpo e in una comunicazione efficace che permettono un rapporto diretto con i giocatori e mettono in grado di saper e poter vincere nei casi in cui gli stessi giocatori mettano in dubbio il ruolo dell’arbitro in campo; - il saper leggere le partite grazie al controllo della partita stessa e ad una personalità e capacità di concentrazione che permetteranno all’arbitro di affrontare consapevolmente anche le partite più difficili. Naturalmente, anche se l’intervento ha avuto un taglio prettamente tecnico il Presidente non ha potuto fare a meno di ricordare l’importanza dell’associazionismo sezionale nello sviluppo delle capacità tecniche e relazionali di tutti i giovani arbitri, i quali hanno risposto con un forte entusiasmo alle parole dei componenti del settore tecnico che sono sempre di grande incoraggiamento per gli associati; gli ringraziamo veramente di cuore per l’entusiasmo e per il supporto che continuamente forniscono ai ragazzi.
Gianna Baratta