“Creare un senso di appartenenza richiede di dedicare tempo e spazio all’ascolto e alla cura degli altri.” L’iniziativa che porta Arbitri e Dirigenti che operano a livello nazionale all’interno delle Sezioni ha proprio questo scopo, e quanto vissuto dagli arbitri pratesi nei giorni scorsi ne è stata, ancora una volta, la conferma. La Sezione di Prato ha avuto il piacere di ospitare il Responsabile della CAN B Emidio Morganti , che, In un clima di confidenza e dialogo si è raccontato e, in modo diretto e chiaro, ha voluto condividere con la platea consigli, aneddoti e spunti di riflessione. La riunione si è aperta con la visione di alcuni spezzoni del film Sully, storia di un pilota che salva numerosi passeggeri con un atterraggio di emergenza. Morganti ha legato il ruolo del capitano del film all’arbitraggio: ha voluto sottolineare come sia necessario essere in grado di portare a termine la partita qualunque cosa succeda durante la stessa, gestendo al meglio la nostra emotività. Si è soffermato sulla paura di commettere errori, che non deve essere un ostacolo al nostro prendere decisioni ma, anzi è fondamentale essere in grado di sorridere, inteso come il “saper vivere le cose per l’emozione che in quel momento ci danno.” Ha ribadito come andare sul terreno di gioco solo con la conoscenza del regolamento non basti ad eliminare “l’effetto sorpresa”, deleteria per l’arbitraggio, ma quanto la capacità dell’arbitro di reagire, essendo pronto “a prendere l’iniziativa all’interno del terreno di gioco” sia sempre più importante. Emidio ha voluto porre l’accento sul fatto di non sentirsi mai arrivati ma di guardare agli altri, non per imitarli, ma per vedere nei loro punti di forza uno stimolo per la propria crescita a livello umano e arbitrale.
Altro aspetto sul quale si è soffermato è stato quello che, pur con tutte le innovazioni tecnologiche, la decisione resta sempre nostra come arbitri e non è possibile delegarla ad altri. In ultima analisi Morganti si è soffermato sul rapporto da avere con i calciatori sul terreno di gioco: è importante essere “come il cubo che possiede facce e spigoli: le prime ci permettono di relazionarsi con calciatori e dirigenti senza essere scontrosi, mentre gli spigoli consentono di far comprendere agli stessi il limite oltre il quale non si può andare. In alcune occasioni è necessario togliere la divisa laddove si sbagli, mantenendo però il proprio essere, l’orgoglio per ciò che stiamo facendo.” In conclusione ha delineato i tre aspetti che, secondo lui, deve avere l’arbitro attuale e del futuro: essere un atleta, tecnicamente preparato, e prestare sempre più attenzione ai particolari e al comportamento. Al termine il Presidente Tommaso Di Massa ha voluto ringraziare Morganti per la sua disponibilità e per la passione che ha trasmesso ai ragazzi presenti.
Airan Dos Santos