Nei giorni scorsi l’arbitro internazionale romano Daniele Doveri, fra i suoi mille impegni di campo e di raduni, ha saputo ritagliarsi uno spazio per regalare alla Sezione “Renato Gianni” di Pisa una bella giornata che resterà a lungo nella memoria degli associati. Daniele, da vero uomo di campo, ha voluto prima di tutto intervenire nel pomeriggio al consueto allenamento sezionale presso il Campo Scuola del CONI e ha stimolato con la sua presenza e il suo spirito di gruppo l’intenso lavoro atletico dei giovani arbitri che si impegnano per trasformare i loro sogni in risultati importanti, sperando magari di emulare quelli raggiunti dall’illustre ospite. In serata, tutta la Sezione ha avuto il privilegio di assistere a una lezione di altissimo livello, dedicata soprattutto ai ragazzi più giovani che Daniele ha voluto in prima fila davanti a sé. Il relatore ha sfruttato il naturale ascendente di cui dispone per coinvolgere la platea nella discussione di spunti tratti da filmati delle gare da lui arbitrate, non esitando a trattare temi anche “difficili”: è importante che i ragazzi capiscano subito che non esiste un arbitraggio “da Serie A” diverso dall’arbitraggio di base e che i problemi che affronta un arbitro internazionale nel misurarsi con le sue gare sono magari più impegnativi, ma non diversi da quelli che affronta un giovane arbitro.
Giustamente il focus è stato concentrato sulla “dimensione della personalità”: al di là della bontà delle singole scelte decisionali, le partite si “vincono” imponendosi nel confronto personale con il contesto. Da qui l’esigenza di costruire un’immagine arbitrale forte, che va curata fin dalla presentazione all’arrivo negli spogliatoi e che va sviluppata istante per istante durante la gara, dando il senso di costituire un punto di riferimento costante e credibile per tutti. E con l’umiltà che gli è propria non ha mancato di proporre anche filmati illustrativi di occasionali punti di flessione mentale dei quali ha dovuto pagare le conseguenze: messaggio molto importante, perché ha fatto capire a tutti che si impara molto di più dall’impietosa analisi degli errori commessi che dal pur giustificato orgoglio per le cose ben fatte. A consuntivo, il Presidente Alfredo Fiamingo ha sottolineato non soltanto la qualità della lezione, ma anche lo speciale coinvolgimento della platea, che a malincuore ha alla fine “liberato” l’ospite di eccezione per consentirgli di raggiungere il raduno CAN-A di Coverciano. Un’ulteriore dimostrazione della bontà della linea dell’AIA che vuole sempre più per i nostri arbitri “top-class” un ruolo di punto di riferimento e di stimolo per i giovani associati.
Giorgio Tamberi