Nei giorni scorsi, presso l’aula magna dell’Istituto Commerciale di Via Sicilia a Grosseto, l’arbitro internazionale Gianluca Rocchi di Firenze ha tenuto un incontro formativo volto a sensibilizzare l’opinione dei giovani studenti riguardo la possibilità di diventare arbitro di calcio. Un’occasione piuttosto rara per una piccola città come Grosseto, fortemente voluta dal consiglio direttivo della sezione AIA maremmana capitanato dal Presidente, Alessio Bargagli, il quale si è ritenuto molto soddisfatto della possibilità che Rocchi e l’AIA Nazionale hanno concesso sì alla sezione di Grosseto, ma anche agli stessi studenti che hanno potuto vivere un’esperienza unica. Gianluca Rocchi è subito entrato in simpatia con i circa 250 studenti presenti spiegando loro quello che è il ruolo dell’arbitro, le sue enormi responsabilità che pretendono una perfetta conoscenza delle regole del gioco del calcio e un’ottima preparazione fisica. Diventare arbitro di calcio è stata, per il fischietto internazionale, una scelta che non lo ha certamente deluso, non tanto per il grande successo ottenuto attraverso una carriera ricca di designazioni di prestigio come le tre partite dell’ultimo mondiale in Russia o la finale di UEFA Europa League, quanto piuttosto per l’impatto educativo e formativo che questo differente modo di fare sport ha donato a Rocchi.
Nell’incontro, moderato dalla professoressa di educazione fisica Gabriella Corzani, sono emerse diverse curiosità riguardo la vita di un arbitro internazionale, dallo stipendio ai tantissimi giorni passati fuori casa, dalle esperienze vissute sul terreno di gioco per giungere alle svariate domande, anche le più impensabili, alle quali Rocchi non si è tirato indietro fornendo comunque risposte esaustive; la più emblematica è stata la risposta ad uno studente che ha chiesto quale fosse la sua squadra di calcio, l’arbitro fiorentino ha svelato che, in relazione ad un profondo e positivo egoismo che contraddistingue in fin dei conti tutti gli arbitri degni di tale nome, l’unico tifo lo ha sempre fatto solo per sé e per la sua terna, o sestina che fosse, di arbitri. La mattinata è terminata con tantissime richieste di foto e di autografi all’arbitro presente, evidente segno che l’iniziativa è stata decisamente apprezzata e ha riempito i presenti di un entusiasmo nella speranza che esso diventi uno stimolo utile per decidere di diventare un arbitro di calcio.
Stefano Giordano