“Corri e fischia, corri e fischia”. Parola di Daniele Orsato ospite dell'ultima Rto della stagione della sezione di Carrara, in un serata di grandissimo interesse per i fischietti apuani aperta come di consueto dal presidente della sezione Francesco Cecchini. Orsato ha incalzato e motivato i giovani colleghi in un'atmosfera elettrica e coinvolgente fin dalle prime battute, li ha da subito invitati a prepararsi al meglio al ritorno in campo nelle prime partite dei tornei che segnano la ripresa dell'attività dopo la lunghissima pausa. “Non sono qui per insegnarvi niente, voglio solo trasmettervi la mia esperienza e qualche suggerimento, dove arriverete lo deciderete solo voi con la vostra voglia e i vostri sacrifici“, ha detto nelle prime battute delle quasi due ore di riunione, letteralmente volate via. L'arbitro della finale di Champions League 2020 ha più volte sottolineato l'importanza, fondamentale, di scendere in campo col massimo allenamento “perché una decisione presa da vicino, comunque vada, è sempre accettata di una presa a distanza“. Quindi si va in campo “per consumare i tacchetti“ tanta deve essere la voglia di arbitrare, “le scarpe 'a 13“ devono diventare scarpette da calcetto “ ha detto l'internazionale di Schio. “E' il momento di tirarsi su le maniche e andare in campo, anche perché le squadre sono pronte quindi bisogna avere testa e gambe per farsi trovare pronti“. Non è mancato una breve excursus della sua esperienza arbitrale (“esperienza, non carriera“) partita a 17 anni con l'ingresso nella sezione di Schio, già con le idee chiare sin dagli inizi. “Il presidente di sezione mi disse che in 16-17 anni sarei potuto arrivare in serie A e io ero certo che sarebbe successo“. Debutto nella massima serie A arrivato a 31 anni. Chiaro il messaggio lanciato ai ragazzi di Carrara. “Se ci sono arrivato io può farlo chiunque di voi“. Ma per arrivarci serve impegno, sacrificio, allenamento costante e ascoltare i colleghi più esperti. Per crescere, ha sottolineato Orsato, non serve guardare le partite di serie A ma è più utile andare a vedere quelle dei colleghi di sezione che arbitrano categorie superiori.
Così come è fondamentale la sezione, luogo da frequentare e vivere, perché la crescita vera passa solo da lì, oltre che dall'esperienza in campo. “Tanti consigli si imparano all'interno della sezione, è lì che si cresce. Sacrificio, passione, andare in sezione e fare tante tante partite: è così che si fanno passi in avanti. Ma è importante non abbattersi per una partita andata male così come non bisogna esaltarsi dopo una buona prestazione“. “Il primo osservatore siete voi stessi perché alla fine di ogni partita sapete benissimo come se siete andati. E quando nel vostro spogliatoio arriva l'osservatore, non pensate al voto ma a fargli domande che vi servono per crescere' Non sono mancate le domande da parte dei colleghi della sezione apuana, giovani e non, a cominciare da cosa si prova ad arbitrare una finale di Champions o alla differenza fra le partite di serie A e quelle internazionali ('dove sono tanti i giocatori che parlano in italiano), fino al ricordo della prima visita di Daniele Orsato alla sezione di Carrara una decina di anni fa. “La finale di Champions? Non pensavo di arrivare a dirigerla. Ho saputo la designazione alcuni giorni prima, l'ho detto in casa ma non a mio figlio più piccolo perché altrimenti...addio segreto“. Una serata indimenticabile per gli arbitri di Carrara, che ha lasciato una grande energia positiva in vista del ritorno sul terreno di gioco